Via Nomentana

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Il punto di partenza, parallelo all’attuale via Nomentana, sono i Castra Pretoria, caserma dei pretoriani a Roma, principale corpo della guardia imperiale. Porta Pia, costruita su progetto di Michelangelo, e alcuni resti dell’antica Porta Nomentana, introducono al cammino tra catacombe e mausolei, fino ad arrivare a uno dei sepolcri più interessanti e misteriosi di tutta Roma, quello di Elio Callisto, cosiddetto Sedia del Diavolo. La via Nomentana è tagliata a metà dal fiume Aniene, ragione per cui fu anticamente costruito il Ponte Nomentano, la cui particolarità sta nella varietà di tecniche e materiali da costruzione usati negli anni, a causa di ripetuti crolli e distruzioni.
La seconda parte della via, quella più a nord-est, ci riserva una passeggiata tra resti di ville, alcuni di epoca romana, altre tardo-repubblicane, tra cui la Villa Romana nel Parco di Aguzzano, la Villa di via Pollenza e la Villa di Faonte.

La via Nomentana – originariamente chiamata via Ficulensis in quanto la meta era limitata a Ficulea (fiorente città romana, nei pressi dell’odierna località di Casal Bianco, il cui nome deriva dall’attività dei vasai) – era un’importante via consolare romana che, partendo da Porta Collina, collegava Roma a Nomentum oggi Mentana. Tutta l’area intorno a Porta Collina era tristemente nota con il nome di campus sceleratus, poiché vi venivano sepolti i cadaveri dei condannati a morte e quelli delle sacerdotesse dedite al culto di Vesta che non osservavano il voto di castità, come testimoniano Plutarco, Fedro e Pomponio Leto. Intorno al 336 a.C., la Vestale Minucia, secondo le fonti, fu la prima a esservi sepolta viva. Attualmente via Nomentana ha origine da Porta Pia, a un centinaio di metri dall’originale Porta Nomentana.